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Febbraio 25, 2024
Monti Iblei
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Parco Regionale dell'Etna

Tra i parchi siciliani quello dell'Etna fu il primo ad essere istituito nel 1987 con lo scopo di tutelare e proteggere una rarissima combinazione di paesaggi, di geodiversità e di fenomeni vulcanici.

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Partendo dalla vetta del vulcano, sino a raggiungere la cintura superiore dei paesi etnei, il territorio si estende per ben 59000 ettari interessando venti comuni.
Catania_Etna_Barbara_ph_Lavaligiasulletto

Catania Etna Barbara

ph lavaligiasulletto.it

Apparati vulcanici, campi, tunnel di lava e grotte con particolari mineralizzazioni e altre morfologie, testimoniano la continuità delle eruzioni dell’Etna nella storia dell’umanità.

E proprio la natura vulcanica del suolo ha influito sulla vita vegetale costretta, di volta in volta, a ripartire da zero, riavviando il lento ma tenace processo di colonizzazione in un ciclo continuo, senza fine.

Catania Etna ph Lavaligiasulletto

In relazione all’altitudine è possibile distinguere diverse fasce di vegetazione.

Dai 1000 ai 1450 m. s.l.m., definita fascia sopra-mediterranea, si incontrano  querce caducifoglie e sempreverdi, pino e castagno (introdotto dall’uomo). Dai 1450 ai 2000 m. s.l.m., siamo nella fascia montano-mediterranea detta anche del faggio. Questa specie raggiunge le quote più elevate sino ai 2300 m, mentre sul versante orientale è presente la Betula aetnensis.

Catania Etna Barbara ph Lavaligiasulletto.

Dai 2250 m. s.l.m. fino ai limiti della vegetazione pioniera incontriamo la fascia alto-mediterranea, caratterizzata da una vegetazione discontinua. Qui sono presenti i cuscini di spinosanto (Astragalus siculus), un’altra specie endemica. Sui costoni rocciosi, invece, crescono il crespino (Berberis aetnensis) e il ginepro (Juniperus hemisphaerica) e, via via scendendo, sino ad incontrare la bellissima Ginestra dell’Etna.

Catania Etna ph Salvo Fleres

Superando i 2450 m. s.l.m. la vegetazione diventa sempre più sporadica ed è formata da specie pioniere endemiche come la Romice dell’Etna e la Camomilla dell’Etna. Tra a i 2900 e 2950 m. s.l.m. le poche piante specializzate a vivere in queste difficili condizioni sono costantemente sottoposte alla continua produzione di gas e materiali rocciosi di diversa grandezza.

Al di sopra di questa quota nessuna forma di vita vegetale riesce a sopravvivere: è questa la zona dei coni terminali, dai 3000- 3050 m. fino alla cima.

Quest’ultima fascia è definita deserto vulcanico e qui, il Mongibello, regna indisturbato.

Catania Etna ph Fabrizio Zuccarello

Anche la fauna è particolarmente ricca, grazie alla presenza di foreste, zone umide e costoni rocciosi.

Si contano circa 800 specie di vertebrati, invertebrati e molti mammiferi che alle pendici del vulcano hanno trovato riparo, come il Gatto selvatico, l’istrice, la martora e il piccolo Toporagno siciliano.
Numerosi sono gli uccelli stanziali e migratori, come l’Aquila reale, la Coturnice dell’Etna, il Falco pellegrino, il mimetico Succiacapre, la Calandrella. Sono presenti inoltre specie di rilevante interesse, come il piccolo Codibugnolo siciliano, che alcuni autori considerano specie endemica siciliana e il Crociere che vive nelle pinete etnee.

Catania Etna ph Alessandro Micalizzi

Sull’Etna sono presenti diverse specie di rettili che richiedono una protezione rigorosa e, fra questi, la Testuggine di Hermanni e quella acquatica.

Catania Etna ph Grazia Muscianisi

Ma il maggior numero di specie endemiche lo si incontra tra gli insetti. Fra i coleotteri il Lionychus fleischeri focalirei, che vive alle quote elevate nei canali di scorrimento delle acque, mentre fra i lepidotteri l’Aurora dell’Etna presente solo sul nostro vulcano e la piccola Lysandra icarus osservata in Sicilia presso il Rifugio Citelli.

 
 

 

 

Catania Etna ph Lavaligiasulletto

Habitat di particolare importanza faunistica sono le grotte vulcaniche, originate in diverse epoche, dalla preistoria fino ad oggi. I rettili qui si sono adattati alla vita ipogea e per ciò solo le  grotte richiedono una specifica protezione.

Catania Etna ph Fabrizio¬ Zuccarello.

Con il fine di tutelare il vastissimo patrimonio animale e vegetale che il Parco custodisce, la normativa regionale e il Regolamento del Parco hanno suddiviso l’intera area in diverse zone, permettendo anche uno sviluppo sostenibile.

A ciò sono impegnati i venti comuni toccati dal Parco che con tanta cura e amore conservano e promuovono le attività produttive e tradizionali. Nell’area di riserva integrale (zona “A”), la natura è conservata nella sua integrità, limitando al minimo l’intervento dell’uomo; nell’area di riserva generale (zona “B”), si coniuga la tutela con lo sviluppo delle attività economiche tradizionali ed è caratterizzata da piccoli appezzamenti agricoli e contrassegnata da splendidi esempi di antiche case rurali; nell’area di protezione a sviluppo controllato (pre-Parco) costituita dalle zone “C” e “D”, notevolmente antropizzata, si persegue uno sviluppo economico compatibile con il rispetto del paesaggio e dell’ambiente.
Al centro dell’ecosistema del Parco, poi, a Muntagna, il vulcano più attivo di Europa con un confine litologico di 250 km, un’altezza di circa 3350 m ed una superficie di circa 1260 chilometri quadrati.

Catania Etna ph Lavaligiasulletto

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Bibliografia

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