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Monti Iblei

Un territorio da scoprire

I rilievi montuosi che assumono forme morbide e sinuose vengono recisi dai fiumi che creano solchi profondi nei selvaggi scoscesi pendii.

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Nei secoli le acque chiare che sgorgano dai monti hanno faticato per scolpire le valli nella fervida vegetazione, dando vita a Canyon, rudi, che si estendono per ettari di terreno e cadono giù, a picco, affondando nelle verdi acque striate dalle sfumature degli oleandri rosati. 

Siracusa_Iblei_ph_Nanni_Di_Falco

Siracusa Iblei

ph Nanni Di Falco

E se l’acqua dei fiumi allungava l’esistenza, altrettanto facevano i monti che permettevano alle primordiali dominazioni di nascondersi meglio dagli attacchi dei nemici e così anche la pietra, trasformata in arma affilata.

Amare sono le cave che testimoniano la presenza umana sin da un’epoca del tutto inimmaginabile, come la Cava d’Ispica destinata ad ospitare i primi nuclei umani che proprio della roccia ne fecero la loro dimora, a volte un luogo di culto, altre il loro ultimo riposo prima di passare a vita eterna.

Siracusa Iblei ph Alessandra Castagnolo

Gli insediamenti antichi certificano che il territorio fu culla della cultura Castellucciana raggruppata in tutte le sue fasi, come la Necropoli di Pantalica, collocata tra l’età del Bronzo e del Ferro. Territori incastonati come gioielli tra i versanti boscosi delle montagne, dalle solide tradizioni e dall’antica cultura contadina che convivono in modo perfetto con lo sfondo barocco che domina la Val di Noto, nonostante la conservazione della fisionomia rurale e contadina. 

Siracusa Iblei ph Marco Mastriani

Il tempo scorre e con esso anche la vita.

I popoli sono stati sostituiti da altri popoli e ciascuno ha lasciato un’impronta indelebile ravvisabile  nei ruderi di una fortezza, come il Castello di Palazzolo Acreide o nelle basi di un tempio moderno, come la Chiesa Madre di Buscemi. Spostandoci tra i confini delle città di Siracusa, Catania e Ragusa, ci si accorge come le solide fondamenta furono realizzate grazie al talento dell’uomo che utilizzò la pietra nera dell’Etna o quella calcarea e bianca del ragusano; e così anche la maestria delle genti abitanti il territorio, che degli elementi presenti in natura ne fecero la materia prima per la creazione. Scalpellini si ingegnarono realizzando abbeveratoi che allora fungevano anche da lavatoi pubblici; contadini che per facilitare i pascoli realizzarono muretti a secco spostando pietre pesanti e creando, al contempo, case di campagna, maestose masserie e mannare.

Siracusa Iblei ph Lorenzo Iachininoto

Nell’anno 2002 otto comuni  appartenenti al circuito ibleo hanno trovato ingresso nel sito UNESCO. A seguito del terremoto che nel 1693 che devastò completamente la Sicilia sud-orientale, intere città furono ricostruite secondo un unico stile considerato la massima espressione al mondo del Tardo Barocco europeo. Oltre alla stupefacente Noto, conosciuta per la sua bianca pietra, nel sito Unesco sono entrate a farne parte anche Militello in Val di Catania, Caltagirone, Modica, Catania, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli, tutte meravigliose città o borghi, accomunate da maestose chiese, pregevoli ville, eleganti palazzi e sbalorditivi monumenti.

Siracusa Iblei ph Agoràceramichecaltagirone

Con il tempo l’uomo ha reso produttiva la sua terra antropizzando fortemente il contesto natio. E proprio l’agricoltura è stata in passato, come poi lo è oggi, la principale fonte di sostentamento economico, storicamente imperniata sulla coltivazione del suolo, sull’allevamento del bestiame e sulla trasformazione e valorizzazione dei prodotti, grazie prevalentemente all’utilizzo  della  manodopera familiare. Il carrubo, il mais, l’ulivo, il limone e il mandorlo che oggi come allora sono indispensabili per l’economia dei numerosi comuni iblei.

Pare di vederle ancora quelle donne che arrangiavano la tavola accussì, com’è gghiè. Il frumento diventava Zuppa di Cuccia per sfamare intere famiglie, la cicerchia per la patacò  presente a colazione e il finocchietto selvatico che insaporiva le pietanze insipide e profumava le domeniche d’agosto.

Ecco il concetto di ruralità che nell’epoca dei decibel è considerato glamour, mentre gli chef stellati hanno recuperato il com’è gghiè, portandolo nelle tavole di Gambero Rosso.

Ciò che era snobbato oggi è disiatu. 

Siracusa Iblei ph AziendaBioAgrifanusa

Anche i giovani che avevano abbandonato la realtà paesana verso i grattacieli del nord di Italia hanno cominciato a ripopolare i traghetti, ma questa volta al contrario, per immergersi nei campi coltivati a grano, ulivo, origano, timo e zagara, reinventando i loro borghi recuperando le vecchie arti e tradizioni. Il territorio si identifica diventando specifico e quindi competitivo nell’economia, rendendolo appetibile ai paesi esteri. Negli ultimi anni olandesi, tedeschi, inglesi, hanno avuto l‘occhio lungo e hanno deciso di investire i loro averi nelle terre di Canicattini Bagni, Cassaro, Buccheri, Noto, Palazzolo Acreide, tra i portali dei feudi con gli stemmi nobiliari esposti ancora in bella vista, e i muri a secco, che ricordano le fatiche di chi in quei luoghi li posò, con il sudore della fronte.

Tra i comuni che popolano i Monti Iblei ve ne sono alcuni che hanno saputo recuperare e sfruttare al meglio la tradizione, ottenendo addirittura dei premi e riconoscimenti di fama mondiale. Come è accaduto per Buccheri la cui l’attività agricola e la produzione dell’olio, ha fatto guadagnare a questo incantevole borgo medievale numerosi premi di fama internazionale. Nell’anno 2015 Buccheri è stato considerato Capitale Mondiale dell’Olio Extravergine, ricavato dall’oliva varietà tonda Iblea e nell’anno 2021, in piena crisi pandemica, la World Food Travel Association ha assegnato al comune il premio come Migliore Destinazione Culinaria del Mondo.

 

Siracusa Iblei ph Lavaligiasulletto

Ai prodotti tipici e locali sono dedicate ogni anno delle sagre che nella cornice barocca rallegrano i paesi, consentendo agli ospiti di conoscere le peculiarità del territorio. A Sortino una importante manifestazione valorizza annualmente il prodotto principale della sua economia: il miele! Quello cantato da Virgilio, Ovidio e Teocrito e che gli apicoltori, i fasciddari, con arte e gesti antichi offrono agli oltre cinquantamila visitatori; a Militello in Val di Catania, invece, si coltiva un frutto succulento e prelibato dalle notevoli proprietà nutrizionali: il fico d’india. Le varietà maggiormente diffuse sono la Moscateddo di color arancione, la Sanguigna di color rosso, la Sulfarina gialla e la Muscarella bianca; a Modica la carne degli allevamenti di bovino diventa la base per i dolcissimi biscotti m’panatigghi; Giarratana, ospita la sagra della cipolla che non fa piangere e la cui dolcezza armonizza tutti i sensi.

Siracusa Iblei ph Lavaligiasulletto

Le dolci colline dei Monti Iblei, inoltre, fanno da casa ad un vitigno d’eccellenza: il Nero d’Avola. Una terra il cui clima secco e ventilato, mitigato dalla brezza del mare e protetto a nord dai monti diventa habitat perfetto per le uve a bacca rossa, ideale per accompagnare i formaggi, i salumi e le salsicce  di cinghiale di lavorazione locale o i  funghi, raccolti nei profumati boschi.

Siracusa Iblei ph Azienda Manenti

Ma fiore all’occhiello del territorio Ibleo è una antica tradizione artigianale conosciuta in tutto il mondo e divenuta patrimonio etnografico di inestimabile valore: stiamo leggendo dei Pupari. Sortino ospita una delle più  importanti collezioni di pupi utilizzati dal maestro ragusano Don Ignazio Puglisi e le sue creazioni sono esposte al Museo Civico dell’Opera dei Pupi.  Il mestiere tramandato di padre in figlio occupa cinque generazioni. L’Unesco  nel 2001 ha dichiarato questa tradizione Patrimonio Immateriale dell’Umanità, un tesoro culturale fatto di storie tramandate oralmente, di tecniche artigianali, di immaginario e di tante persone.

Siracusa Iblei ph Operadeipupipuglisi

Parchi e non solo:

Etna Vulcano

Parco dei Nebrodi

Parco delle Madonie

Monti Iblei

Parco dell’Etna

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Bibliografia

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