ISPICA Il Grand Canyon siciliano Chiamata per secoli Spaccaforno, l’origine di Ispica si ritrova all’interno della sua cava, una vallata fluviale che incide l’altopiano ibleo tra […]
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Agosto 4, 2022Modica
Settembre 29, 2022Palermo-old
Agosto 4, 2022Modica
Settembre 29, 2022Ragusa
Nel suo splendido intreccio di pietre
Dolce ed armoniosa la terra ragusana si presenta agli occhi del viandante, tra i profili montuosi e i colori caldi della campagna, da sempre, la più cara amica dell'uomo
La valigia sul Letto B&B
Alloggia in centro a Catania
E a testimoniare la costante presenza dell’uomo e la sua interminabile fatica nel praticare l’antica arte della costruzione, sono i filari di pietre posizionate le une sulle altre, ad incastro, che sezionano tutto il territorio e danno vita ai pregiati Muretti a secco.
I terreni destinati alla coltivazione venivano liberati dalla pietra e, quest’ultima, veniva impiegata per frazionare i lotti o ancora per separare gli animali dalle colture, tra un albero di carrubo ed un ulivo centenario. C’era anche chi utilizzava la pietra per costruire antichi rurali.
Il silenzio, qui, è surreale e le vallate devono essere accarezzate con gli occhi mentre il fruscio del vento invita alla contemplazione. Il territorio è rurale e tra le vecchie masserie sparse qua e là, molte abbandonate ed altre prestate al turismo, ecco scorgere un pagghiaru, l’antico riparo dei pastori.
La provincia ragusana si estende nella parte meridionale dei Monti Iblei ed è costeggiata da uno dei fiumi più importanti della Sicilia sud-orientale, l’Irminio, il cui corso è stato sbarrato per creare un bacino artificiale a scopo irriguo: il Lago di Santa Rosalia
Anche la storia di Ragusa è ricca di dominazioni!
Le necropoli rinvenute attorno alla città dimostrano che il territorio fu abitato prima dai Sicani, poi sostituiti dal popolo dei Siculi di Hybla. I Greci occuparono la zona con molta fatica a causa della resistenza del popolo ragusano che vi restò indipendente per molto tempo, ottenendo per questo motivo l’appellativo Audax (audace).
Con i Romani, la tanto sudata indipendenza, venne persa nonostante i tentativi di ribellione.
L’occupazione Araba, invece, si ebbe dopo un lungo periodo di scontri e violenti attacchi. Gli Arabi, che a Ragusa restarono molto tempo, contribuirono ad un importante sviluppo economico e culturale che con i Normanni raggiunse l’apice.
Dopo il florido periodo vissuto con Federico II di Svevia si ebbe un’alternanza di Conti, Contee, Feudi e alleanze matrimoniali. Famiglie importanti si intervallarono nel governo del territorio, come i Cabrera e i Chiaramonte, sino all’unione delle due Contee di Modica e Ragusa.
Ma il vigoroso periodo fu interrotto l’11 Gennaio del 1693, una domenica, quando la Sicilia orientale venne colpita da un violento terremoto che distrusse la Val di Noto. La terra tremò causando la morte di oltre 5000 persone e riducendo in un cumulo di macerie il patrimonio artistico che sino a quel momento la caratterizzava.
Se originariamente Ragusa sorgeva nella parte bassa della città, avviata la ricostruzione fu divisa in due zone, quella superiore distesa sulla collina del Patro e dove oggi sorge la moderna città, e quella inferiore conosciuta come Ragusa Ibla, nata sopra le rovine dell’antica città e ricostruita seguendo i canoni medievali. Le due città sono unite da tre ponti che sovrastano la Valle di Santa Domenica.
Ci vuole una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia, così Gesualdo Bufalino nel suo La luce e il lutto ci presenta Ragusa Ibla, invitandoci alla perdizione tra le vie della città.
L’antico borgo di Ragusa Ibla sorge nella parte orientale della città e fu interamente ricostruito dopo il terremoto. Percorrendo un labirinto di viuzze, tra monumenti, chiese e palazzi nobiliari, si raggiunge la Collegiata di San Giorgio, costruita nel 1744 ed ultimata nel 1775 la cui facciata, armonica ed elegante, si impone sviluppandosi verso l’infinito, mantenendo nascosta la bellissima cupola del 1820. Originariamente la Cattedrale sorgeva nei pressi del giardino Ibleo, dove ancora oggi resiste il Portale di San Giorgio. La Cattedrale è preceduta da una scalinata che ne risalta la grandezza, mentre l’interno, a tre navate, racconta il martirio di San Giorgio. Questa è la massima espressione del barocco siciliano.
Elegante e raffinato è il Palazzo della Ex Cancelleria, uno dei più importanti del complesso tardo-barocco di Ragusa, costruito nel Settecento su volontà della nobile Famiglia Nicastro. L’edificio è stato più volte rimaneggiato. All’occhio risalta subito la ringhiera in ferro battuto sorretta da cinque mensole. Il palazzo divenne sede della cancelleria del Comune intorno alla metà del XIX Secolo.
Straordinaria è la presenza nell’antico quartiere ebraico della Chiesa di Santa Maria dell’Itria (colei che indica il Cammino), con la sua stupenda cupola blu cobalto, edificata durante il periodo dei Chiaramonte. La Chiesa, lievemente danneggiata dal terremoto del 1693, fu perfezionata in stile barocco. La facciata presenta decorazioni in pietra calcarea bianca intagliata a motivi floreali.
Suggestive sono invece le sculture poste al di sotto dei balconi di Palazzo Cosentini raffiguranti animali, mostri e caricature umane.
Proseguendo verso Ragusa Superiore pregevole è la Cattedrale di San Giovanni Battista, Patrono della città. Il campanile raggiunge una altezza di circa 50 metri ed è accessibile al pubblico.
La storia antica di Ragusa è custodita nel Palazzo Mediterraneo ospitante il Museo Archeologico Ibleo ove al suo interno sono raccolti i reperti rinvenuti dagli scavi condotti sul territorio. Ed importanti testimonianze archeologiche si osservano anche nella Grotta delle Trabacche in Contrada Buttino a pochi chilometri da Ragusa. Si tratta di una catacomba scavata negli altipiani calcarei che caratterizzano i Monti Iblei.
E a farci fare un tuffo nel passato ci pensano Damiano Rotella e Biagio Castilletti, gli ultimi artigiani che per mestiere si dedicano alla pittura e al restauro dei carretti siciliani nei locali dello storico Cinabro Carrettieri, la bottega amata da Dolce e Gabbana.
Nella loro stupenda bottega fanno in modo che ci sia ancora differenza fra non esistere ed essere dimenticato, riscoprendo ciò che è stato scordato e divulgando l’arte del carretto, affinché quello che ormai è solo un piccolo seme possa diffondersi, rifiorire, in modo che nessuno dica ancora il carretto siciliano non esiste più.
Ma quelli di Ragusa sono anche i luoghi della nota serie televisiva il Commissario Montalbano, dal Circolo di Conversazione, all’immaginaria Vigata che seppur inesistente la ritroviamo viva nelle Vie di Ragusa, Scicli, Ispica raccontate dall’amato Andrea Camilleri.
Ragusa si estende nella parte meridionale dei Monti Ibeli, dove la coltivazione di cereali e la pastorizia hanno sostituito l’originaria macchia mediterranea costituita, perlopiù, da querce e alloro. L’altitudine supera i 500 m. s.l.m. e la cima più elevata è il Monte Arcibessi con i suoi 906 m. s.l.m. . Ad est è delimitata da Monte San Cono dove scorre il Fiume Irminio e a nord dal Monte Patro dove incontriamo il Fiume San Leonardo. A sud, invece, il Monte Bollarito divide Ragusa tramite il Torrente Fiumicello.
La ricchezza dei Monti Iblei può essere ammirata percorrendo a piedi interessanti percorsi naturalistici, come il Cammino Ibleo, un importante progetto nato dalle Associazioni Club Alpino Italiano, Compagnia dei Cammini, Ramarro, Acquanoeva, Upedincaminu e Kalura. Viene proposto un percorso di tre giorni che da Palazzolo Acreide porta a Ragusa Ibla, attraversando le località di Giarratana, Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi.
Una interessante escursione archeologica, invece, è quella che parte dalla Cava d’Ispica per raggiungere l’area archeologica e naturalistica del Parco Forza. La natura si fa custode di necropoli e catacombe, consentendo l’immersione in epoche assai lontane. La Guida escursionistica e informatore ambientale del CEA Cava d’Ispica Nanni di Falco, sarà lieto di accompagnarvi a conoscere questo angolo di territorio colmo di storia.
Le tradizioni della cucina ragusana, prevalentemente legate al mondo contadino, vengono portate in tavola.
Immancabile è la scaccia, una sorta di focaccia arrotolata ripiena di vari ingredienti, dal pomodoro e caciocavallo ragusano, alla cipolla e salsiccia. La particolarità sta nella sfoglia dell’impasto che deve essere lavorata (tirata) in modo molto sottile.
La cucina Iblea è molto semplice e sostanziosa, abbonda di legumi, formaggi e ortaggi. Tra le pietanze più note non può mancare il macco di fave, la dolcissima cipolla di Giarratana, il caciocavallo Dop e il cioccolato di Modica, famoso in tutto il mondo.
Ragusa, insieme ad altre città barocche come Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Catania, Caltagirone, Palazzolo Acreide e Scicli, è stata dichiarata nell’anno 2002 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Il fascino e la bellezza di questi luoghi sarà un ristoro per l’anima.