NOVARA DI SICILIATra suggestioni e leggende millenarie Incastonato tra i Monti Nebrodi e i Peloritani vi è uno dei borghi più belli d’Italia il cui appellativo, […]
Pendici Etna
Settembre 12, 2023Ispica
Settembre 13, 2023Pendici Etna
Settembre 12, 2023Ispica
Settembre 13, 2023Novara di Sicilia
Tra suggestioni e leggende millenarie
Incastonato tra i monti Nebrodi e i Peloritani vi è uno dei borghi più belli di Italia il cui appellativo, paese di pietra, è ricollegato all'antico mestiere degli scalpellini.
La valigia sul Letto B&B
Alloggia in centro a Catania
Qui vengono raccontate numerose leggende in grado di catturare l’attenzione, come quella che vedeva nascosto un tesoro tra le grotte della Montagna di Rocca Salvatesta, uno sperone roccioso denominato anche il Cervino di Sicilia, protetto dal vecchio saggio il cui profilo appare sul Monte.
La leggenda vuole che per portare alla luce il tesoro una donna debba compiere delle azioni ben precise nell’arco di ventiquattro ore: prendere del lino, stenderlo sul telaio, tesserlo e realizzare un canovaccio. Dopo di che prendere il grano e raggiungere un mulino per farlo macinare. Ottenuta la farina dovrà lavorarla e dare vita al pane; raccogliere la legna da sette boschi differenti e utilizzarla per accendere il fuoco dove cucinerà il pane che, una volta cotto, avvolgerà nel canovaccio da lei realizzato. Successivamente dovrà recarsi presso la Rocca, mangiarlo, attendere la mezzanotte, accompagnata da 100 rintocchi provenienti dalla campana della Chiesa Madre e, solo allora, un gentil cavaliere spalancherà la porta per accedere al tesoro leggendario.
Passeggiando per la trama di viuzze ciottolate che contraddistinguono il pittoresco borgo di impianto medioevale, si varcherà una soglia magica e fuori dal tempo.
Da lontano, tra i boschi che contornano il paese si scorgono casette accatastate l’una sopra l’altra, dai colori più svariati, a volte sbiaditi dal passar delle stagioni, altre spiccanti, rosso e giallo. Ad occupare la scena ci pensa il campanile del Duomo di Santa Maria Assunta, un bellissimo edificio religioso risalente al XV Secolo la cui facciata, in pietra arenaria locale è in stile tardo rinascimentale. All’interno della cripta, posta sotto l’abside, sono presenti i corpi mummificati di arcipreti e canonici, in ottimo stato di conservazione.
Anche attorno al Duomo ruota una curiosa leggenda che vede come protagoniste le streghe!
Nei pressi del Duomo era presente un grosso albero di noce chiamato Noce di Spartivento usato dalle streghe per celebrare i loro sabba e ogni qualvolta volevano salire sopra l’albero per consumare i loro banchetti a base di pane e uova intonavano una sorta di filastrocca: Ventu, forti ventu, portimi supra u nuggia di Spartiventu. In quel momento esatto si materializzava un maiale dotato di ali il cui compito era quello di accompagnarle sulla cima dell’albero di noce. Alle streghe veniva fatto però un divieto assoluto: non utilizzare il sale, altrimenti la malasorte si sarebbe abbattuta contro di loro. Ma una notte, sbadatamente, una di loro chiese del sale ed una tempesta di vento si manifestò scaraventandole ai quattro angoli del mondo. Dove oggi sorge il Duomo prima c’era l’albero di noce il cui legno fu utilizzato per realizzare le porte e gli armadi del Duomo ed una parte della sacrestia. Curioso è ritrovare nello stemma di Novara di Sicilia proprio l’albero di noce.
Passeggiando per il borgo si incontra la chiesa più antica di Novara, quella di San Francesco datata 1237, umile e povera dimora in stile francescano. Mentre nella bellissima Chiesa di San Nicolò, troverete il Cristo dai chiodi d’oro, una statua lignea del Cinquecento.
Novara di Sicilia ospita i ruderi di un antico Castello saraceno costruito su una rupe a strapiombo.
Da qui la vista è splendida e permette di spaziare nell’infinito sino a raggiungere le Isole Eolie.
Una delle particolarità del borgo ha a che fare con il Maiorchino, il formaggio che rotola! Si tratta di un prodotto tipico locale ottenuto da latte di pecora con l’aggiunta di latte di capra. Un’antica tradizione lo vede protagonista di un simpaticissimo gioco: la forma del Maiorchino viene fatta letteralmente ruzzolare tra le strade del paese; una tradizione che ha origini molto lontane ma che ancora oggi vive. Durante i giorni del carnevale, infatti, viene organizzato un torneo dove a sfidarsi sono i produttori e allevatori di zona e tra le viuzze del borgo ha inizio la gara del formaggio.
Quelli sono i giorni per apprezzare anche i tipici dolci locali come le Cassatelle o u jiditu d’aposturu (il dito dell’apostolo) di origine calabrese e portato in Sicilia dai monaci cistercensi.
Il dolce ha la tipica forma di un dito e si ricollega al gesto di incredulità di San Tommaso il quale se non avesse fatto passare il suo dito nel costato di Gesù non ci avrebbe mai creduto!
La vegetazione ricca e rigogliosa attirerà gli amanti del trekking. Attraversando un paradiso di querce, boschi di pino e distese di felci, un sentiero vi condurrà in cima alla Rocca di Novara o meglio conosciuta come Rocca Salvatesta che raggiunge 1340 m. s.l.m.
La fatica sarà ricompensata dal panorama che si apre a 360°: dal promontorio di Tindari sino all’arcipelago Eoliano, e ancora, lo stretto di Messina che pare toccare l’estremità meridionale della Calabria.
Accanto alla Salvatesta è presente la Rocca Leone (1.222 m s.l.m.) la cui forma ricorda quella di un leone accovacciato. Alla base si possono ammirare delle fosse naturali che in passato venivano utilizzate per raccogliere la neve.
Qui, tra le montagne, il vento porta via ogni più grigio pensiero mentre il cuore ritrova la sua pace.