PARTANNA La civiltà dei fossati Fra le Valli del Modione e del Belìce, in una zona collinare dove i filari di vite si alternano agli agrumeti, […]
Trapani
Trapani
Paesaggio
ph Andrea D’amico
Grazie alla sua strategica collocazione geografica diventò con il tempo meta per i naviganti che da Roma dovevano raggiungere Cartagine, per coloro che dall’oriente si spostava verso la Spagna e per i crociati che nel Medioevo partivano per la Terra Santa.
Originariamente la città dei due mari, così chiamata perché bagnata dal Mar Tirreno e dal Mar Mediterraneo (Canale di Sicilia), sorgeva su un isolotto circondato da mare e scogli. Fu il misteriosissimo popolo degli Elimi ad abitare per primo questo tratto di Sicilia occidentale fondando la vicina Eryx, dove si rifugiava per ripararsi dagli attacchi esterni che provenivano dal mare.
Trapani
Mozia
ph Lavaligiasulletto
Durante l’Ottavo secolo i Fenici, popolo di esperti navigatori ed abili commercianti, approdarono a Mozia e fecero di Trapani la loro base navale trasformandola in emporio commerciale.
I Cartaginesi durante la Prima Guerra Punica fortificarono il porto al fine di controllare sia il tratto di mare che collegava Trapani alle Isole Egadi, sia la tratta nord-occidentale, permettendo così una sicura navigazione tra la Sicilia e Cartagine e una vigilanza degli scali commerciali. Probabilmente, ma non è dato certo, al tempo dei Cartaginesi erano presenti quattro torri d’avvistamento: Torre Vecchia, Torre del Castello di Terra, Torre Pali e Torre di Porta Oscura. Al di sopra di quest’ultima porta sorge l’Orologio Astronomico risalente al 1596 formato dal quadrante del lunario e dal quadrante del sole.
Trapani
Porta Oscura
ph Andrea Rocco Tassielli
Trapani fu sempre fedele all’antica città fenicia di Cartagine e nel 249 a. C. i Romani, che tentarono di prendere possesso della città, furono nuovamente sconfitti.
La battaglia di Trapani si ricorda come la più grande vittoria cartaginese della Prima Guerra Punica. Qualche anno più tardi il Console Numerio Fabio Buteone conquistò la piccola isoletta posta all’estremità occidentale del porto, dove insite ancora oggi il Castello di Mare sull’isola della Colombaia la cui prima costruzione, secondo gli storici, è attribuita al generale cartaginese Amilcare Barca.
A Trapani un antico detto recita Si chiù vecchiu da Colombara!
Dopo la conquista romana il castello fu abbandonato e trasformato in nido per le colombe utilizzate come mezzo di comunicazione. Negli anni a seguire il castello assunse diverse funzioni: con Carlo V una fortificazione a difesa della città e, nel 1848, fu adibito a carcere. È visibile la torre ottagonale alta ben 32 metri.
Trapani
Torre Ottagonale
ph Luciano Bianco
Nel 241 a. C. con la Battaglia delle Egadi, Trapani cadde sotto il controllo romano diventando civitas stipendiaria.
Delle ricchezze romane rimangono poche testimonianze come le colonne in marmo riadattate e ubicate in diversi punti della città. Il periodo romano, così come accadde per altre città siciliane, fu parecchio difficile a causa dello spossessamento delle terre, dell’imponente tassazione e della perdita di autonomia.
Trapani ritornerà a splendere soltanto con la dominazione da parte degli Arabi i quali le garantiranno un nuovo sviluppo economico. La nuova Tabaranis o Itrabinis, godrà dell’influenza araba nell’arte, nell’architettura, nella lingua e nell’agricoltura.
Trapani
Strada
ph Tommie Hansen
Con la conquista normanna la città continuò a vivere un periodo florido e il suo porto ottenne la franchigia doganale. Il commercio a Trapani era considerevole e il suo porto rientrò nella rotta commerciale del Mar Mediterraneo che, a quei tempi, era attraversato da navigatori in cerca di rame e stagno per la fusione del bronzo. Anche i rinvenimenti di ossidiana, proveniente da Lipari e Pantelleria, confermano l’importanza di quel tratto di mare.
Trapani
Panorama
ph Andrea D’Amico
I fondali erano impreziositi da una pregiato elemento marino, il corallo, che nel Cinquecento fece guadagnare alla città il titolo di Capitale del Corallo.
L’economia girava anche attorno alla pesca del tonno e alla produzione del garum, una pregiatissima salsa di pesce ottenuta dalle sue interiora e dalla carne di sardine, tonno ed altri pesci.
Trapani
Corallo
ph Labottegadelcorallo
E se gli Svevi confermarono l’importanza del traffico portuale, nel periodo Angioino la città visse un periodo di pressione fiscale.
Dopo i Vespri Siciliani nel 1282, ebbe inizio la dominazione Aragonese. A loro si deve l’incremento di nuove attività commerciali, artigianali, l’ampliamento del centro urbano e di una nuova cinta muraria dotata di undici porte, una di queste è Porta Botteghelle o delle Putielle: oltrepassata la porta, il mare è costeggiato da una splendida passeggiata ottocentesca che segue le antiche mura di tramontana.
Trapani
Porta Botteghelle
ph Carlo Fiorino
Le continue invasioni dei Corsari portarono alla realizzazione di fortezze inespugnabili e, con Carlo V, fu ampliata la cinta muraria dotata di imponenti bastioni: quello dell’Impossibile, così chiamato perché a quel tempo edificato su un terreno impervio e il Bastione Imperiale o di Sant’Anna impiegato anche come prigione. Con il Viceré Spagnolo Claude Lamoral fu eretta a difesa della città la Torre di Ligny a forma quadrangolare.
Trapani
Ligny
ph Lavaligiasulletto
E se l’Ottocento fu caratterizzato da una fiorente attività nel settore marinaro e dalla crescita industriale del sale, nel Novecento numerosi eventi portarono la città al decadimento.
Nel 1943 Trapani, considerata una base aereo-navale di primaria importanza, subì numerosi bombardamenti e alle vittime civili del secondo conflitto mondiale è stato dedicato un monumento.
Trapani
Monumento
ph Nipo Raffica
La sua provincia fu toccata dal violentissimo terremoto che nella notte tra il 14 e 15 gennaio del 1968 colpì la Valle del Belìce situata tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo e tra i comuni più colpiti vengono ricordati Montevago, Salaparuta e Gibellina. Gibellina, divenuta Museo en plein air, ospita opere artistiche installate in vari punti della città. Simboliche sono la Stella di ingresso al Belìce di Pietro Consagra alta 26 metri e Il grande Cretto di Alberto Burri.
Trapani
Gibellina Cretto
ph Alberto Burri
Trapani
Paesaggio
ph Lavaligiasulletto
Trapani è definita la città delle cento chiese per il numero elevato di edifici religiosi ed una fra tutte è la piccola e povera Chiesetta di San Liberale costruita nel 1600 su volontà dei pescatori corallari.
Della chiesa ne rimane ben poco essendo andata perlopiù distrutta a causa dei bombardamenti della II Guerra Mondiale. Si narra che un pescatore di nome Liberale, durante una battuta di pesca, fu assassinato per mano dei pirati per non aver rinnegato la sua fede cristiana. Il giorno della morte di Liberale una imbarcazione fece una pesca molto ricca di corallo (che si ricorda è di difficile estrazione) gridando al miracolo attribuito al pescatore Liberale. La chiesetta fu eretta in sua memoria.
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Chiesa Liberale
ph Mario Torrente
Trapani
Chiesa Anime Purgatorio
ph Andrea D’Amico
Collocata in pieno centro storico è la bellissima Cattedrale di San Lorenzo edificata nel 1421 e rimaneggiata più volte nel corso dei secoli sino ad assumere l’attuale splendore in stile barocco-neoclassico. Al suo interno le tre navate sono divise da due file di colonne. Ai lati si ammirano pregevoli stucchi e affreschi.
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Cattedrale San Lorenzo
ph Andrea D’Amico
Trapani
Egadi
ph Andrea D’Amico
Trapani ha risorse inesauribili e se da un lato gli occhi si riflettono nelle acque cristalline del mare, dall’altro si disperdono tra i colori della macchia mediterranea.
Il complesso montuoso trapanese chiude l’Appennino siculo, le cui cime più elevate sono Monte Sparagio (1.100 m. s.l.m.) e Monte Inici (1.065 m. s.l.m.).
Imponente è il promontorio di Monte Cofano (659 m. s.l.m.) ricompreso nella Riserva Naturale Orientata visitabile attraverso tre sentieri. Il primo è quello Costiero, che consente di effettuare il periplo del Monte; il secondo è il Sentiero Scaletta (impegnativo, dal lato di San Vito Lo Capo) e il terzo sentiero parte da Baglio Cofano.
Trapani
Monte
ph Francesco Pellegrino
In questa parte di Sicilia occidentale l’influenza delle dominazioni è servita in tavola!
Già nell’Ottocento, con l’intensificarsi degli scambi tra Tunisia e Trapani, una pietanza assai particolare entrò a far parte della gastronomia siciliana: il cous cous di pesce, al quale è dedicato un importante festival annuale che si svolge a settembre nella vicina San Vito Lo Capo.
Il cous cous di Trapani gode di una singolarità dovuta alla cottura al vapore della semola. La farina di semola di grano duro viene incocciata con l’acqua e roteata sino a formare il chicco del cous cous. Dopo aver preparato la zuppa mista di pesce, i chicchi vengono cucinati in una pentola di coccio bucherellata e appoggiata sopra ad una pentola in acciaio contenente acqua. La tradizione vuole che tra la pentola in acciaio e quella in coccio venga frapposta una striscia di impasto che serve a sigillare i due contenitori e consentire una completa cottura al vapore. Si tratta di una lavorazione parecchio lunga e che richiede molta pazienza.
Trapani
Cous Cous
ph Lavaligiasulletto
Tra le tante specialità della cucina trapanese non può mancare il tonno, gustato in ogni sua parte. Deliziosa è la buttarica (uova di tonno), servita a fettine oppure utilizzata per condire la pasta.
Trapani
Tonno
ph Lavaligiasulletto
A dir poco eccezionali, invece, sono le busiate, un formato di pasta attorcigliato grazie all’utilizzo di un ferretto e condite con il tradizionale pesto alla trapanese ricco di pomodoro, basilico e mandorle.
Trapani
Busiate
ph Bettolaccia Osteria
Un’altra risorsa importante del territorio trapanese sono i vitigni.
Catarratto, Grillo, Cabernet, Sauvignon e Frappato, solo per citarne alcuni!
Le cantine permettono degustazioni e visite guidate. Una di queste la incontrate a Santa Ninfa, la Cantina Funaro, specializzata nella produzione di vini biologici, IGP e Doc.
Santa Ninfa
Vitigno
Ph. Lavaligiasulletto
Trapani
Santa Ninfa Funaro
Ph Lavaligiasulletto
I tonnaroti, rosi dalla salsedine, vi riporteranno alla semplicità ma anche alla fatica della vita, mentre l’odore del sugo, quello buono cucinato per ore ed ore, inebrierà la passeggiata di tramontana, nel momento esatto in cui vi affaccerete sul mare per godervi lo spettacolo.
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Grazie mille per esserti iscritto/a a La Valigia sul letto!
Sono così felice che tu abbia deciso di unirti alla mia avventura.
Prometto di non intasare la tua casella di posta con montagne di email.
Pensa a me come a quel compagno di viaggio discreto che sussurra consigli preziosi, non a quel venditore ambulante che non smette mai di bussare alla tua porta.
Benvenuto a bordo!