PANTALICA Tra archeologia e natura Situato nella parte sud-orientale della Sicilia, circondato dal Fiume Anapo e dal torrente Calcinara (suo affluente), Pantalica è un sito archeologico […]
Siracusa
Ortigia Panorama
ph Lavaligiasulletto
Con queste parole Salvatore Quasimodo rievocava nel suo componimento La Strada di Agrigentum il ricordo lontano della sua amata terra.
Mio padre, armato di borracce colme d’acqua, macchina fotografica e scorta di rullini da 36, nel caldo torrido dell’estate ci accompagnava tra le colonne della Concordia e i resti di chissà quale altro tempio, tra gli alberi d’ulivo e i fili d’erba bruciati dal sole, immortalando ogni istante che non sarebbe mai più ritornato.
La città di Akragas, che originariamente sorgeva su un altopiano roccioso circondato dai fiumi Hypsas ed Akragas, fu fondata intorno all’anno 580 a. C. da coloni provenienti in parte da Gela e in parte da Rodi, impegnati ad espandersi verso Occidente .
Nel corso del V secolo a. C. fu eretto un complesso di templi che ritroviamo all’interno del sito archeologico più importante di tutto il mediterraneo,la Valle dei Templi, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1997.
Siracusa
Paesaggio
ph Francesco De Simone
Sulla fondazione di Siracusa v’è sempre stata incertezza. Secondo gli studiosi la città fu probabilmente fondata nel 734 a. C. da coloni greci provenienti da Corinto che guidati dal Prode Archia abitarono l’isola di Ortigia.
Ortigia
Panorama
ph Lavaligiasulletto
I resti dei templi che incontriamo in Ortigia ne attestano la sua monumentalizzazione e ricchezza culturale. Il primo tempio dorico della Magna Grecia Siciliana è quello dedicato ad Apollo, edificato per rendere omaggio all’oracolo di Delfi che indicò ad Archia la strada da seguire. Con le diverse dominazioni il tempio subì notevoli trasformazioni diventando prima chiesa bizantina, poi moschea araba, chiesa cristiana e, da ultimo nel Cinquecento, una caserma spagnola.
Siracusa
Ortigia Tempio
Ph Lavaligiasulletto
Nel VII secolo a. C. l’impianto urbano si espanse verso l’interno dell’isola e nuove colonie furono fondate: Akrai, Casmene, Camarina. In età antica la cinta muraria che proteggeva la città si estendeva per oltre 20 Km e ciò fu reso possibile dal Tiranno siracusano Gelone I. I Tiranni, che concentravano il potere nelle loro mani, governarono Siracusa dal 455 a. C. sino all’arrivo dei Romani e per questo motivo la città fu considerata centro della tirannide siciliana.
Siracusa
Ortigia Mare
ph Lavaligiasulletto
Siracusa acquisì una tale rilevanza culturale ed artistica, tanto da divenire musa ispiratrice di uomini illustri come Pindaro, Eschilo, Platone, Plutarco.
I Romani, che conquistarono la bella Siracusa nel 212 a. C., vi trasferirono la loro sede amministrativa dichiarandola capitale della provincia siciliana (romana).
Come Palermo e Messina, anche Siracusa vantava di un porto strategico in grado di consentire ai Romani importanti scambi commerciali-marittimi.
Siracusa
Parco
ph Lavaligiasulletto
I Romani, stanziati su un territorio già ricco di tanta arte e bellezza, aggiunsero nuove opere a quelle già esistenti, come l’Anfiteatro, utilizzato per la lotta tra i gladiatori, e le Catacombe, ossia l’intricata rete di aree cimiteriali sotterranee.
Il periodo di occupazione romana fu contrassegnato da due tragici eventi. Il primo riguarda la morte dell’illustre matematico e genio Archimede, ucciso da un soldato romano durante l’assedio di Siracusa. Le sue intuizioni fisiche contribuirono, infatti, alla resistenza romana.
Il secondo, invece, è legato alla diffusione del Cristianesimo e alle persecuzioni autorizzate dall’Imperatore Diocleziano. Simbolica a tal fine è la storia della martire Santa Lucia, patrona della città, giustiziata il 13 Dicembre del 304 a. C.
Siracusa
Ortigia Chiesa
ph Lavaligiasulletto
Al periodo della dominazione romana risalgono probabilmente i primi insediamenti ebrei. Nel quartiere della giudecca si trova l’Ipogeo di Casa Bianca dove è presente un Miqwè, ossia una vasca di purificazione che utilizzavano gli Ebrei.
Siracusa
Ortigia Miqwè
ph Marta Treves
L’arrivo degli Arabi causò migliaia di vittime e la riduzione in schiavitù dei sopravvissuti. A quel tempo gli Arabi divisero l’Emirato Siciliano in tre valli: Val Demone, Val di Mazara, Val di Noto, e Siracusa divenne capoluogo di quest’ultima. Per una parte la città si trasformò seguendo l’impianto urbanistico arabo, mentre la religione cristiana era ben tollerata, anche se alcuni luoghi di culto cristiano furono trasformati in moschee, come la cattedrale e il Tempio di Apollo.
Siracusa
Ortigia Cattedrale
ph Lavaligiasulletto
Nel 1038 la città fu sottratta agli Arabi per un breve periodo dal generale bizantino Giorgio Maniace. Con il nome del generale viene identificato il castello che sorge sull’isola di Ortigia il cui impianto, però, si deve all’Imperatore Federico II di Svevia. L’edificio a pianta quadrata, costruito fra il 1232 e il 1240, sorge sull’estrema propaggine della penisola e il suo muro perimetrale è caratterizzato da quattro torri cilindriche poste agli angoli. Il Generale Maniace, riconquistata la città, portò in dono due arieti bronzei ellenistici che furono posti all’ingresso del castello svevo, che nel tempo ha impropriamente conservato il nome del condottiero. Il castello è stato più volte restaurato mantenendo sempre la stessa severità visiva, in un’ottica equilibrata.
Siracusa
Castello
ph Lavaligiasulletto
Ma la città più bella della Magna Grecia Siciliana, l’11 gennaio del 1693, fu colpita dal violentissimo terremoto che interessò la Val Di Noto. Da quel momento in poi si diede inizio alla ricostruzione in stile barocco il cui simbolo è certamente Piazza Duomo dove l’architettura greca è stata notevolmente preservata.
La Cattedrale della Natività di Maria Santissima si compone di una facciata fastosa ed imponente e presenta due ordini di colonne corinzie. Alla fine della stupenda gradinata le statue dei Santi Pietro e Paolo sono affiancate dalle statue dei martiri di Siracusa, San Marciano e Santa Lucia. Angeli, gigli e la statua dell’Immacolata, precedono la croce in ferro battuto. La facciata fu costruita nel 1728 in sostituzione della facciata normanna che andò distrutta con il terremoto. Al suo interno sono custoditi tesori di inestimabile valore, come le colonne doriche nella navata centrale, gli affreschi pittorici della cappella del sacramento, pregiate sculture del Cinquecento e, da ultimo, l’argenteo simulacro di Santa Lucia, che contiene le reliquie della Santa. Il Tempio di Atena è inglobato nell’odierna Cattedrale.
Siracusa
Ortigia Interno
ph Lavaligiasulletto
Accanto alla cattedrale sorge la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, nella sua elegante e scenografica facciata, che raggiunge i 25 metri di altezza, e la stupefacente balconata in ferro battuto, che corre lungo l’intera facciata. La chiesa sino al 2020 ha ospitato un’opera di Caravaggio raffigurante il Seppellimento di Santa Lucia. Il corpo della martire è disteso a terra mentre due enormi uomini, i seppellitori, scavano una fossa. Il gioco di luci e ombre, tipico della pittura del Caravaggio, è sensazionale. Attualmente l’opera si trova presso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro nel quartiere della Borgata, fuori dal centro storico.
Siracusa
Caravaggio
ph Lavaligiasulletto
A Santa Lucia vengono attribuiti diversi miracoli ed uno di questi è legato alla carestia del 1646. Si narra che mentre il popolo si riuniva in preghiera invocando l’aiuto della Santa, una colomba che tratteneva nel becco una spina di grano si accostò all’altare preannunciando l’approdo di una nave stracolma di grano. Da qui nasce il tradizionale piatto la Cuccia di Santa Lucia.
Dopo il continuo passaggio di poteri che si ebbe sino ai Borboni, Siracusa si risollevò successivamente all’Unità di Italia. Il Novecento fu caratterizzato dalle scoperte e nei sotterranei dell’attuale sede del Municipio, accanto a Piazza Duomo, furono rinvenuti i resti di un rarissimo tempio ionico risalente ad un periodo anteriore ai Corinzi. Si tratta del Tempio di Artemide, dea della caccia, della natura selvaggia e della castità.
I resti del tempio sono stati rinvenuti grazie agli scavi archeologici guidati da Paolo Orsi nel 1910 in un’area caratterizzata dalla presenza di altri edifici sacri.
Alla memoria di Paolo Orsi, archeologo Roverese che studiò molto la nostra terra, è stato dedicato il Museo Archeologico Regionale di Siracusa, uno dei più prestigiosi musei d’Europa per la quantità dei reperti che custodisce.
Ortigia
Museo
ph Nino Sicari
Siracusa
Ortigia Artemide
ph Lavaligiasulletto
In Piazza Archimede una fontana raffigura la bellissima dea Artemide con arco e freccia.
Il Secondo conflitto mondiale colpì duramente Siracusa e il 3 settembre del 1943, nelle campagne di Cassibile, fu siglato l’armistizio con cui l’Italia cessava le ostilità contro le forze alleate. La Sicilia ne uscì in ginocchio con una situazione economica disastrosa.
I bombardamenti avevano danneggiato le industrie di zolfo e quelle agricole, creando inoccupazione. Venne promosso un piano di industrializzazione concretizzatosi con l’apertura delle raffinerie di petrolio greggio e degli impianti. Nacquero così le industrie di periferia prima fra tutte il Polo Petrolchimico di Augusta che conobbe espansione oltremisura, poi a Targia i cementifici e la fabbrica della Eternit Siciliana. Se da un lato la crescita industriale creava occupazione con un numero sempre maggiore di unità impiegate, dall’altro nasceva uno squilibrio ambientale.
Ma questa è un’altra storia.
Siracusa
Panorama
ph Paola Sole
Tra terra e mare ci si immerge subito in un’atmosfera quasi surreale.
Passeggiando a piedi sul lungomare, un intreccio di viuzze leggermente in salita, tra edifici barocchi e palazzi nobiliari, vi riporterà indietro di millenni, tra passato e presente.
Siracusa
Ortigia Particolare
ph Lavaligiasulletto
Nella parte più antica di Siracusa, la bellissima e romantica Ortigia, che in greco antico significa quaglia, è collegata alla terra ferma da due ponti, Ponte Santa Lucia e Ponte Umbertino.
Ortigia è legata alla ninfa Aretusa e alla sua fonte, conosciuta simpaticamente come a funtana ri Papiri, un laghetto semicircolare naturale che nasce grazie ad una sorgente d’acqua dolce che sgorga nelle vicinanze del mare. All’interno della fonte, tra paperelle e pesci rossi, cresce una varietà di papiri selvatici unici in tutta Europa. La legenda vede protagonista la ninfa greca Aretusa, nota per la sua struggente bellezza. Un giorno durante una battuta di caccia ai piedi del Monte Olimpo, Aretusa, vedendo le acque limpide di un fiume decise di concedersi un bagno. Il fiume, accarezzato dal corpo della giovane, cominciò a fremere talmente tanto che spaventò la donna che si affrettò ad uscire dall’acqua. Proprio in quell’istante il fiume assunse le sembianze di un giovane uomo: era Alfeo! Aretusa che non ricambiava l’amore dell’uomo invocò l’aiuto di Diana che per proteggerla, prima, la avvolse in una spessa nube e poi, la trasformò in una fonte portandola in Sicilia, presso l’isola di Ortigia. Ma Alfeo che non voleva rinunciare alla giovane fanciulla chiese aiuto a Zeus che ordinò di scavare un canale che attraversasse il mar Ionio, affinché potesse riemergere accanto alla fonte, alla sua amata Aretusa.
Siracusa
Ortigia Fonte
ph Samuele Salmassi
La Siracusa nobiliare ed elegante si ritrova nei bellissimi palazzi che si incontrano nelle vicinanze della Fonte Aretusa. Uno di questi è il Palazzo Bellomo, una costruzione sveva, che rappresenta la storia della architettura medievale in Sicilia. Il Palazzo è sede del Museo Regionale e tra le collezioni ospita anche l’Annunciazione di Antonello da Messina.
Siracusa
Ortigia Palazzo Bellomo
ph Museoregionale
Accanto al Duomo di Siracusa un altro magnifico edificio occupa la scena: il Palazzo Vermexio risalente al 1629 su progetto dell’architetto spagnolo Giovanni Vermexio.
L’architetto fu in grado di fondere le caratteristiche architettoniche rinascimentali con quelle spagnole. Oggi il Palazzo ospita la sede del Municipio di Siracusa e al suo interno è custodita un’antica carrozza settecentesca.
Siracusa
Ortigia Palazzo Vedrmexio
ph Luciano Cannavò
Poco distante da Ortigia un museo a cielo aperto racchiude tesori di epoche passate, come il Teatro Greco, ancora oggi sede annuale delle tragedie classiche, e l’Anfiteatro Romano.
All’interno del Parco Archeologico sono presenti numerose latomie, ossia cave di pietra tagliate dalle quali veniva estratta la roccia calcarea utilizzata per edificare. Le latomie furono impiegate come prigioni e la più celebre è conosciuta con il nome di Latomia del Paradiso, alta ben 23 metri, larga 11 e profonda oltre 60 metri. L’ampiezza consente una amplificazione acustica parecchio accentuata. Anche attorno alla Latomia del Paradiso ruota una leggenda che vede protagonista il Tiranno Dionisio ove all’interno vi richiudeva gli antagonisti politici e dissidenti affinché potesse origliare i loro discorsi. Il Caravaggio dopo aver visitato la grotta pensò ad una similitudine tra la stessa e il condotto uditivo dell’orecchio dell’asino. Fu il Caravaggio ad attribuire alla grotta in nome di Orecchio di Dionisio.
Siracusa
Orecchio Dioniso
ph Lavaligiasulletto
Poco distante dal Parco Archeologico si incontra la chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista al cui interno è presente la Cripta di San Marciano, Vescovo e martire. La chiesa raccoglie elementi architettonici di passate epoche, come l’ingresso gotico-catalano, le mura perimetrali normanne e il bellissimo rosone ancora intatto presente sulla facciata.
Siracusa
Chiesa
Giovanni Evangelista
ph Piero Genova
Al di sotto della chiesa è visibile un antico complesso catacombale utilizzato come cimitero cristiano che si sviluppa in tre livelli. Ogni angolo della roccia è scavato. Alcune tombe sono ricoperte da una lastra dotata di tre fori che servivano per celebrare il Refrigerium (banchetto funebre), ossia una cerimonia pagana il cui scopo era quello di nutrire l’anima dei defunti in attesa di passare a vita eterna offrendogli del cibo.
Siracusa
Catacombe
ph Alberto Cuccia
Le ricchezze storiche, archeologiche e paesaggistiche presenti nel territorio siracusano, le hanno fatto guadagnare un posto nella lista UNESCO nell’anno 2005.
La costa si caratterizza per un’alternanza di tratti rocciosi, insenature nascoste e Riserve Naturali. Dalla spiaggia incontaminata dello Sbarcatore dei Turchi, si procede verso Sud, incontrando la spiaggia di Fontane Bianche, la Riserva Naturale Orientata di Vendicari e l’Isola delle Correnti, dove i mari Ionio e Mediterraneo si incontrano.
Augusta
Mare
ph Lavaligiasulletto
Il territorio siracusano appartiene all’Altopiano collinare dei Monti Iblei, la cui cima più elevata la raggiunge il Monte Lauro con i suoi 987 m. s.l.m.
Tra vallate, gole profonde e canyon, il territorio si contraddistingue per la presenza di numerosi fonti d’acqua: il Fiume Anapo, chiamato anche fiume invisibile perché si ingrotta nel sottosuolo per poi riemergere in superficie, il Fiume Ciane, dove il papiro cresce spontaneamente e il Fiume Irminio a carattere prevalentemente torrentizio.
Siracusa
Monti
ph Lavaligiasulletto
Per scoprire inconsuete meraviglie, lontani dal caos e dal turismo di massa, gli Iblei offrono trekking favolosi alla scoperta di piccoli borghi inviolati dall’uomo; come il Cammino degli Iblei, che dalla Cava di Ispica conduce a Palazzolo Acreide, o il percorso ad anello all’interno della meravigliosa Pantalica tra resti bizantini e tombe scavate nella roccia.
Siracusa
Pantalica Riserva
ph Lavaligiasulletto
Le culture che si sono succedute nel tempo hanno influenzato anche la cucina locale. I prodotti del mare e della terra arricchiscono le tavole dando origine a pietanze deliziose dai gusti inconfondibili. Il miele intenso di Sortino o l’olio di Bucheri ricavato dall’oliva varietà tonda iblea, sono specialità culinarie che ritroviamo esposte nelle sagre e rassegne enogastronomiche organizzate annualmente per ricordare origini e tradizioni locali, come il MedFest a Bucheri e la Sagra dei Monti e del Mare a Villasmundo.
Tra i primi piatti della tavola siracusana spiccano la pasta con la salsa moresca a base di bottarga di tonno, pinoli e mollica tostata e la pasta c’anciove e muddica (acciughe e mollica). Co broru ro pisci (con il brodo del pesce), invece, si da vita alla pasta alla matalotta (matelot, in francese significa marinaio). Tra i secondi piatti, invece, i puppetti di muccu (polpette di pesce neonato) che si ottengono da un impasto del minuscolo pesce insieme a uova, prezzemolo, farina (una variante è con il pangrattato) e formaggio siciliano, il tutto rigorosamente fritto in padella. E ancora, il tenerume, le lumache, il coniglio a’ stimpirata (nell’agrodolce), pizzoli e scaccia!
Siracusa
Miele
ph Lavaligiasulletto
I prodotti tipici, l’artigianato il folklore e la tradizione sono raccolti nella cornice barocca del territorio siracusano, uno scrigno colmo di sorprese.
Siracusa
Ortigia
ph Lavaligiasulletto
I prodotti tipici, l’artigianato il folklore e la tradizione sono raccolti nella cornice barocca del territorio siracusano, uno scrigno colmo di sorprese.
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FERLA Tra arte e poesia Tra gli alberi di carrubo e di ulivo secolari, nelle ricche distese di grano dove ancora gli antichi casali sono perimetrati […]
Alla scoperta degli iblei. 51 percorsi archeologici, di Gino Baglieri, ed. Supernova,
Architettura del Settecento in Sicilia. Storie e protagonisti del tardo barocco, di Marco R. Nobile e Stefano Piazza, ed. Kalos.
Borghi di Sicilia, di Fabrizio Ferreri e Emilio Messina, ed. Dario Flaccovio.
Catania, terremoti e lave: dal mondo antico alla fine del novecento, di Enzo Boschi, Emanuela Guidoboni, ed. Compositori.
Caltanissetta, racconto di una città di Walter, di Walter Guttadauria, ed. Lussografica.
Camminare e raccontare i Peloritani, di Giovanni Lombardo e Pasquale D’Andrea, ed. Edas.
Il cammino di Santa Rosalia. In Sicilia sulle orme della «Santuzza, di Gero Cordaro, Anna Cusimano e Roberto Micciancio, ed. Andrea Pacilli.
Il giro della Sicilia, di Enzo Di Pasquale, ed Newton Compton.
Monti Peloritani borghi, cammini, pellegrinaggi, itinerari del vino, di Giuseppe Lombardo, Pasquale D’Andrea, e Filippo Grasso, ed. Edas.
La Sicilia che nessuno conosce. Un percorso inedito per scoprire l’incanto nascosto della Trinacria, di Enzo Di Pasquale, ed. Newton Compton
La Sicilia musulmana, di Alessandro Vanoli, ed. Il Mulino.
La storia di Palermo. Dalla preistoria ai giorni nostri, di Daniela Mogavero, ed. Typimedia.
La Magna via Francigena. Sicilia a piedi da mare a mare, di Davide Comunale, ed. Terre di Mezzo.
Madonie a piedi, di Anselmo Vincenzo, Ed Youcanprint, Tricase.
Messina. Storia, cultura, economia, di Fulvio Mazza, ed. Rubbettino.
Parco dell’ Etna, di Francesco Alaimo, ed. Fabio Orlando.
Ragusa secolo per secolo, di Giovanni Distefano, ed. Supernova.
Sicilia barocca. Architettura e città 1610-1760, di Salvatore Boscarino, ed. Officina.
Sicilia. I cammini. Le guide ai sapori e ai piaceri, ed. Gedi.
Sicilia sconosciuta. Itinerari insoliti e curiosi, di Matteo Collura e Melo Minnella, ed. Rizzoli.
Sicilia vulcanica. Guida ecoturistica Etna-Nebrodi-Alcantara-Peloritani-Eolie, di Franco Tassi, Carmelo Nicoloso, Cesare Moroni, ed. Moroni.
Siracusa, storia arte e leggenda, ed. Grafiche Milan cards.
Storia della Sicilia. Vol. 1: Dalle origini al Seicento di F.Benigno e G. Giarrizzo, ed. Laterza.
Trapani, la città e il territorio dalla Preistoria alla tarda antichità, di Antonio Filippi e Luigi Biondo, ed. Libri Mediterranei.
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