CASTELTERMINI
A suon di Tataratà
Casteltermini
ph Casteltermini
L’elegante centro storico ospita numerosi edifici religiosi che meritano l’attenzione, come la bellissima Chiesa Madre costruita nella prima metà del 1600 che, dopo la cattedrale di Agrigento, risulta essere una delle più grandi di tutta la provincia; o la Chiesa di San Giuseppe, il cui barocco splende nell’ornata facciata preceduta da una scalinata scenografica.
Casteltermini
ph Francesco De Simone
Casteltermini
ph Agrigentoierioggi
Nella miniera di Cozzo Disi, una delle più grandi miniere presenti in Sicilia, lavoravano molti surfatara a colpi di braccia e piccone, mentre respiravano esalazioni solforose e i puzzo delle lampade ad olio.
Nelle miniere lavoravano proprio tutti, anche i giovani fanciulli di appena 7/8 anni impiegati per riportare in superficie il materiale estratto.
Il 4 luglio del 1916 all’interno della miniera vi fu una importante esplosione e qui vi trovarono la morte 89 persone, anche se il numero esatto dei morti non è dato certo, atteso che gli operai non venivano sempre registrati all’ingresso della miniera. Nel 1919 fu celebrato il processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati, non essendo mai stata provata la cattiva gestione della miniera, attribuendo piuttosto quel disastro a cause naturali, collegando l’evento ad un incendio nonché ad una eruzione dello Stromboli avvenuta circa un’ora prima della tragedia.
Ma ancora oggi quella di Cozzo Disi è cronaca aperta.
Casteltermini
ph Museo
Casteltermini è teatro di una delle più importanti feste siciliane, quella della Santa Croce, nota anche come la festa del Tataratà, accompagnata dal motivo arabeggiante dei tamburi suonati con una precisa sequenza ritmica (da qui il nome onomatopeico “tataratà”).
Casteltermini
ph Pierfilippo Spoto
La quarta domenica di maggio le strade del paese si riempiono di danzatori che indossano costumi arabi, armati di sciabole di ferro, ed eseguono una danza-battaglia. La festa trova origine in una leggenda molto antica che vede come protagonista un bue. L’animale pascolando nella contrada Chiudia compì un gesto simile all’inginocchiamento in un punto ben preciso della terra. I pastori, incuriositi dalla movenza dell’animale, cominciarono a scavare e, scavando scavando, ritrovarono una enorme croce di legno di quercia. Gli esami scientifici eseguiti sulla croce hanno stabilito che l’albero risale all’anno 12 d. C. e hanno confermato che quella è la croce paleocristiana più antica del mondo. La croce riporta due iscrizioni la prima costituita dal celebre I.N.R.I. e la seconda P.M.H.S.D.P.C.N. ai martiri di questa terra morti in croce durante la persecuzione di Decion. Secondo gli studiosi la croce potrebbe essere stata utilizzata come strumento di martirio durante la persecuzione contro i cristiani che l’imperatore romano Decio ordinò nella metà del III secolo d.C. e che per questo motivo fu seppellita dai cristiani che abitavano il territorio. Ma occorre considerare però che sul legno non sono state rinvenute tracce di crocifissioni.
Casteltermini
ph Loquis
Sul luogo esatto del ritrovamento della croce fu eretto l’Eremo di Santa Croce che ancora oggi custodisce questo prezioso cimelio. La croce viene portata in processione durante la festa.
Casteltermini
ph Carmelo Cancellieri
Ciò che prima era territorialmente unito, poi, fu diviso e le prime informazioni sull’esistenza delle due Petralie Petra inferior e Petra superior si hanno nel 1258, durante il periodo svevo.
A pochi chilometri da Petralia Sottana sorge il comune più alto delle Madonie, proclamato nel 2018 borgo più bello di Italia: Petralia Soprana.
Fondato dal popolo sicano, il borgo si considera un antico gioiello la cui struttura originaria è stata nel tempo recuperata grazie all’amore e al sostegno della comunità locale. Dai suoi belvedere, quello del Carmine, di Loreto e da Piazza Duomo, è possibile ammirare la Sicilia in tutto il suo splendore.
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