NOVARA DI SICILIATra suggestioni e leggende millenarie Incastonato tra i Monti Nebrodi e i Peloritani vi è uno dei borghi più belli d’Italia il cui appellativo, […]
Messina
La città dei due mari
Imbarchi la macchina, superi la folla di corsa per raggiungere il bar al primo piano del traghetto e acquisti l’arancino o l’arancina, la disputa non è ancora sciolta … .
Messina
Porto
ph Lavaligiasulletto
Fatto sta che quel cono di riso ripieno di ragù è il primo assaggio che ti riporta a quando eri bambino, se sei un siciliano migrato altrove, ed è il primo sapore che non scorderai mai più, se sei un forestiero in vacanza. Se acquistate l’arancino, o l’arancina, dirigetevi poi verso il pontile della nave e godetevi la rotta marina.
In lontananza a darvi il benvenuto troverete la Madonnina Benedicente che veglia su tutta la città di Messina, dove i Mari Ionio e Tirreno si incontrano sotto gli occhi vigili dei Monti Peloritani.
Lo stretto di Messina è divenuto nel tempo luogo di miti e leggende, come quella di Scilla e Cariddi trasformati in orrendi mostri o quella di Orione, fondatore del porto e ancora quella di Colapesce, abile nuotatore che si sacrificò per sostenere una delle tre colonne che sorreggono la Sicilia. Si narra che ogni 100 anni Colapesce riemerga dalle acque per ammirare la sua splendida terra.
Messina
Monti Peloritani Barbara
ph Lavaligiasulletto
Messina grazie alla sua collocazione geografica è da sempre stata considerata una rotta centrale per tutto il traffico commerciale marittimo del Mediterraneo, tanto da divenire Civitas Foederata nel periodo Romano ed ottenere, poi, il titolo di Caput Regni con l’editto del Conte Ruggero II.
Da Messina transitarono numerosissime popolazioni straniere le cui tracce, però, sono state in parte cancellate dai terremoti e dalle guerre. La città, infatti, sorge al di sopra delle sue stesse macerie e la Chiesa dei Catalani, parzialmente interrata di quasi tre metri rispetto al manto stradale, ne testimonia la precedente posizione.
Messina
Chiesa Catalani Barbara
ph Lavaligiasulletto
Akragas godeva di una posizione strategica e ciò le consentì di controllare tutti i traffici marittimi e commerciali divenendo, in breve tempo, uno dei centri economici più importanti dell’isola.
Passeggiando lentamente all’interno del sito, tra i secolari ulivi e i mandorli in fiore, è possibile ammirare importanti templi dorici, risalenti al periodo ellenico.
Certo che a vedere come si sbriciola facilmente il tufo calcareo delle colonne e delle mura, c’è da meravigliarsi che abbia potuto resistere tanto a lungo. Così Goethe commentò l’area durante il suo viaggiò in Italia sul finire del Settecento.
Messina
Chiesa Catalani
ph Lavaligiasulletto
La città fu fondata dai Greci nel 757 a. C. con il nome di Zancle che significa falce, per la forma che assume lo stretto. Nel V secolo a. C. il Tiranno Anassilao di Reggio, che dominava entrambe le sponde dello stretto, le diede il nome di Messene, mentre con i Romani, che la conquistarono nel 264 a. C., diventò Messana. Questi ultimi le conferirono lo status di Civitas libera et foederata, ossia città libera, indipendente ed esente dai tributi di guerra. Con gli Arabi si ebbe un importante sviluppo nel settore agricolo, mentre con i Normanni diventò una importantissima città fortezza, nonché polo militare, economico e politico.
Messina
Chiesa Alemanna
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Elementi bizantini e gotici furono impiegati nell’architettura religiosa e la suggestiva Chiesa di Santa Maria Alemanna ne rappresenta un chiaro esempio. Si tratta di un maestoso edificio del XIII Secolo che su ordine di Federico II di Svevia, fu affidato all’Ordine dei Cavalieri Teutonici, a quel tempo impegnati in guerra durante le crociate in Terra Santa, al fine di garantirgli un luogo di sosta. Restaurata più volte, oggi è aperta al pubblico ed è stata inserita nel percorso Sulle orme di Federico, un itinerario culturale il cui scopo è quello di far conoscere il patrimonio storico-architettonico attraversando paesi, borghi e luoghi impregnati dell’architettura Federiciana.
Messina
Chiesa Alemanna Barbara
ph Lavaligiasulletto
Messina vanta uno dei pittori più importanti del Quattrocento, Antonello da Messina, le cui opere sono sparse in tutto il mondo. In città è possibile ammirare il Polittico di San Gregorio esposto al Museo Regionale di Messina.
Messina
Polittico San Gregorio
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Con lo scorrere del tempo la città diventò sempre più forte trasformandosi in Porta di ingresso per la Sicilia, progredendo verso una importante espansione economica grazie, soprattutto, all’attività industriale nel settore della seta.
Al periodo florido e prosperoso fecero seguito impressionanti disgrazie che incisero notevolmente sulla popolazione: come la peste del 1743 e il terremoto di Reggio – Messina del 1783.
Nell’Ottocento si ebbe una ripresa del commercio marittimo grazie al privilegio del Porto Franco concesso nel 1197 dall’imperatore Enrico VI, ossia una sorta di immunità economica nei traffici commerciali che consentiva le esportazioni ed importazioni senza l’obbligo di corresponsione di gabelle e tasse.
Il territorio è ampiamente sismico e alle precedenti catastrofi naturali se ne aggiunse un’altra ancora più tragica, il terremoto del 1908, che provocò la morte di circa ottantamila persone radendo quasi completamente al suolo la città.
La ricostruzione avvenne nel 1910 sul progetto redatto dall’ingegnere e architetto Luigi Borzì che elaborò il nuovo piano regolatore. La città fu rimodellata tra larghe strade e case basse antisismiche, privilegiando diversi stili architettonici come il tardo eclettismo, lo stile liberty e razionalista.
Messina
ph Maria Donato
Passeggiando per la città tra le moderne strutture si incontra la bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta, imponente edificio risalente al periodo normanno, consacrato dall’Arcivescovo Berardo e più volte distrutto e ricostruito.
Messina
Cattedrale
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Di rilevanza notevole è il suo campanile alto 60 metri animato dal gallo simbolo del risveglio, che canta tre volte, da un leone simbolo di forza, che ruggisce per altrettante volte e da Clarenza e Dina, le donne che difesero la città durante il periodo dei Vespri Siciliani.
Nel campanile è altresì inglobato l’Orologio Astronomico più grande e complesso al mondo, progettato dalla Ditta Ungerer di Strasburgo. Un particolare sistema meccanico di leve e contrappesi consente alle statue di muoversi alle ore 12,00. E’ molto suggestivo.
Messina
Cattedrale
ph Lavaligiasulletto
Con il passaggio dei Mussulmani Agrigentum rifiorì. Gli Arabi, che riedificarono la città sul colle, la chiamarono Kerkent apportando miglioramenti nell’agricoltura (furono introdotte nuove colture quali datteri, nuove varietà di agrumi, canna da zucchero) e nell’allevamento del bestiame, incrementandone il commercio. Il passaggio degli Arabi si respira ancora oggi nel centro storico della città dove incontriamo il quartiere Rabato (da Rabad che significa borgo).
Messina
Cattedrale
ph Lavaligiasulletto
In Piazza Duomo, inoltre, è presente la cinquecentesca Fontana di Orione realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo.
Messina
Fontana
ph Lavaligiasulletto
Raggiungendo Piazza Antonello l’occhio cadrà sull’elegante Galleria Vittorio Emanuele III in stile liberty, la cui vetrata posta sulla cupola centrale crea un suggestivo gioco di luci sulla pavimentazione a mosaico.
Messina
Galleria
ph Worth Seeing
Stupefacente è il Camposanto di Messina, uno dei cimiteri monumentali più importanti di Italia dove poter ammirare al suo interno architetture neoclassiche e liberty.
Nacque dopo l’epidemia di colera che intorno al 1854 colpì la città di Messina.
Messina
Campo Santo
ph Lavaligiasulletto
Dove in passato sorgeva il Castello di Rocca Matagriffone o Guelfonia, che nel 1190 diede dimora a Riccardo Cuor di Leone durante il viaggio che lo avrebbe portato a combattere in Terra Santa, oggi troviamo il Sacrario di Cristo Re, un prestigioso edificio religioso che domina la città e dal quale è possibile ammirare lo stretto.
L’imponente cupola a costoloni ospita otto statue in bronzo che raffigurano le tre virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità; le quattro virtù cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza; e l’allegoria della Religione, che le comprende tutte.
Messina
Sacrario
ph Sergio Dini
Oltre alle spettacolari chiese a Messina si incontrano palazzi signorili di notevole rilievo, come il Teatro Vittorio Emanuele, che ha mantenuto l’originale architettura neoclassica e al cui interno è possibile ammirare la storia di Colapesce raffigurata sul soffitto dal grande Renato Guttuso e il Palazzo della Camera di Commercio, costruito dopo il terremoto e restaurato successivamente ai bombardamenti, che ospita le sculture del messinese Antonio Bonfiglio.
Messina
Camera Commercio
ph Lavaligiasulletto
Tra picchi e crinali i Monti Peloritani dominano per ben 70 km, da Capo Peloro sino a raggiungere i Monti Nebrodi sfumando, poi, nella valle del fiume Alcantara. Il territorio comprende importanti siti naturalistici come la Riserva Naturale Orientata dei Laghetti di Marinello; il Bosco di Malabotta; Capo Milazzo e il meraviglioso Parco Fluviale dell’Alcantara.
Messina
Panorama
ph Lavaligiasulletto
Anche se delle originarie foreste ben poco è rimasto la natura si mostra rigogliosa e a tratti violenta ed arrogante. Alle cima di Montagna Grande (1374 m.) si alternano imponenti vallate attraversate da corsi d’acqua e fiumare e poi ancora monti, che favoriscono la perdita del senso sino al vulcano. È sufficiente abbassare lo sguardo per immergersi nello stretto di Messina, tra Ionio e Mediterraneo e scorgere, oltre, le Isole Eolie.
Messina
Panorama
ph Lavaligiasulletto
La bellezza del territorio deve essere ammirata lentamente e gli amanti del trekking o delle leggere camminate, in questa parte di appennino siculo, avranno solo da scegliere.
I Peloritani offrono interessanti alternative, come il Sentiero Badiazza Laudato sì, un percorso ad anello di 4 km circa, adatto a tutti, che parte dal Monastero Benedettino di Santa Maria la Valle (che i messinesi chiamano Badiazza), oppure l’Altopiano dell’Argimusco dove poter ammirare i megaliti, ossia enormi rocce di arenaria quarzosa attorno alle quali ruotano delle misteriose leggende popolari. Gli amanti dei cammini a lunga percorrenza, invece, resteranno affascinanti dal Cammino dell’Anima che ha inizio dal Santuario di Dinnamare fino a raggiungere il suggestivo Santuario di Tindari, percorrendo circa 120 km di regie trazzere.
Monti Peloritani
ph Lavaligiasulletto
Messina
Panorama
ph Lavaligiasulletto
Anche Messina, come il resto della Sicilia, è in grado di deliziare tutti i palati. La cucina locale offre un’ampia scelta di prodotti tipici.
Il primo posto è occupato dallo Stoccafisso alla Messinese, u stoccu a missinisi, che dalla penisola scandinava pare abbia raggiunto le coste messinesi nel 1500. Il merluzzo è sottoposto ad una lunga lavorazione che permette di mantenere inalterate le proprietà nutritive. Dopo la pulizia del merluzzo che viene privato della testa e della lisca, si passa all’essiccazione al freddo per diversi mesi, per poi essere riposto in un luogo chiuso e ben ventilato per circa tre mesi. La sua perfetta conservazione, a quel tempo, ne consentiva il trasporto marittimo per lunghi periodi. Gli odori di Sicilia si sposano nel piatto: capperi, pomodoro, patate, olive bianche, sedano e uvetta sultanina. Una prelibatezza.
Messina
Stoccafisso
ph Lavaligiasulletto
Grazie agli avanzi dell’impasto utilizzato per il pane, nasceva il pidone, u pituni, simile al calzone, farcito con scarola, tuma, acciughe, pomodoro e chi più ne ha più ne metta. La pasta è croccante e soffice. Non si butta via niente!
Messina
Pidone
ph Lavaligiasulletto
L’entroterra, invece, ricco di pastorizia, regala prodotti degni di nota, come il Salame di Brolo o il Maiorchino, il formaggio che rotola, il tutto, accompagnato da un buon calice di Mamertino rosso o un pregiato Faro Doc di uve provenienti dai vigneti di Nerello Mascalese, Cappuccio e Nocera.
Messina
Salame
ph Lavaligiasulletto
Tra i secondi piatti degne di nota sono le Stigghiole, realizzate con il budello dell’agnello (o il capretto), riempite con cipolla, prezzemolo, spezie e cotte alla griglia. A San Giovanni Gemini, dove ho trascorso parte della mia infanzia, si aggiungono le interiora sminuzzate dell’animale. Tra i dolci, invece, la Pignulata delizierà i palati. Si tratta di piccole palline di farina, uova e burro, fritte, e ricoperte di miele e palline di zucchero colorate.
Agrigento
Pasta al Forno
ph Lavaligiasulletto
Bella falce adunca, che taglia nell’azzurro il più bel porto del mondo, il bel monte Peloro verde di limoni e Glauco di fichidindia e l’Aspromonte che, agli occasi, si colora d’inesprimibili tinte. Così Giovanni Pascoli, che nel 1898 fu chiamato ad insegnare letteratura latina presso l’Università degli Studi di Messina, descrisse l’incontro con la città.
Versi significativi e sonanti di armonia.
NOVARA DI SICILIATra suggestioni e leggende millenarie Incastonato tra i Monti Nebrodi e i Peloritani vi è uno dei borghi più belli d’Italia il cui appellativo, […]
Alla scoperta degli iblei. 51 percorsi archeologici, di Gino Baglieri, ed. Supernova,
Architettura del Settecento in Sicilia. Storie e protagonisti del tardo barocco, di Marco R. Nobile e Stefano Piazza, ed. Kalos.
Borghi di Sicilia, di Fabrizio Ferreri e Emilio Messina, ed. Dario Flaccovio.
Catania, terremoti e lave: dal mondo antico alla fine del novecento, di Enzo Boschi, Emanuela Guidoboni, ed. Compositori.
Caltanissetta, racconto di una città di Walter, di Walter Guttadauria, ed. Lussografica.
Camminare e raccontare i Peloritani, di Giovanni Lombardo e Pasquale D’Andrea, ed. Edas.
Il cammino di Santa Rosalia. In Sicilia sulle orme della «Santuzza, di Gero Cordaro, Anna Cusimano e Roberto Micciancio, ed. Andrea Pacilli.
Il giro della Sicilia, di Enzo Di Pasquale, ed Newton Compton.
Monti Peloritani borghi, cammini, pellegrinaggi, itinerari del vino, di Giuseppe Lombardo, Pasquale D’Andrea, e Filippo Grasso, ed. Edas.
La Sicilia che nessuno conosce. Un percorso inedito per scoprire l’incanto nascosto della Trinacria, di Enzo Di Pasquale, ed. Newton Compton
La Sicilia musulmana, di Alessandro Vanoli, ed. Il Mulino.
La storia di Palermo. Dalla preistoria ai giorni nostri, di Daniela Mogavero, ed. Typimedia.
La Magna via Francigena. Sicilia a piedi da mare a mare, di Davide Comunale, ed. Terre di Mezzo.
Madonie a piedi, di Anselmo Vincenzo, Ed Youcanprint, Tricase.
Messina. Storia, cultura, economia, di Fulvio Mazza, ed. Rubbettino.
Parco dell’ Etna, di Francesco Alaimo, ed. Fabio Orlando.
Ragusa secolo per secolo, di Giovanni Distefano, ed. Supernova.
Sicilia barocca. Architettura e città 1610-1760, di Salvatore Boscarino, ed. Officina.
Sicilia. I cammini. Le guide ai sapori e ai piaceri, ed. Gedi.
Sicilia sconosciuta. Itinerari insoliti e curiosi, di Matteo Collura e Melo Minnella, ed. Rizzoli.
Sicilia vulcanica. Guida ecoturistica Etna-Nebrodi-Alcantara-Peloritani-Eolie, di Franco Tassi, Carmelo Nicoloso, Cesare Moroni, ed. Moroni.
Siracusa, storia arte e leggenda, ed. Grafiche Milan cards.
Storia della Sicilia. Vol. 1: Dalle origini al Seicento di F.Benigno e G. Giarrizzo, ed. Laterza.
Trapani, la città e il territorio dalla Preistoria alla tarda antichità, di Antonio Filippi e Luigi Biondo, ed. Libri Mediterranei.
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